Luca Ronconi decide di mettere in scena due spettacoli di Jean Luc Lagarce in questa stagione (I pretendenti e Giusto la fine del mondo), poi per problemi di salute lascia la regia del primo al suo allievo Carmelo Rifici.
Il giovane regista fa, a mio parere, un buon lavoro in uno spettacolo particolarmente difficile da dirigere per la quantità di attori (17, quasi sempre in scena contemporaneamente) e per i dialoghi ininterrotti che potrebbero appesantire la messinscena.
Lagarce, rappresentatissimo in patria e non solo, sembra un autore interessante, stile teatro dell'assurdo (Ionesco in particolare). Studia le difficoltà di comunicazione, l'importanza della scelta delle parole (che possono mostrare/celare/modificare la realtà) e l'inconsistenza delle stesse.
Consigliato. Aspettiamo anche Giusto la fine del mondo.
Il giovane regista fa, a mio parere, un buon lavoro in uno spettacolo particolarmente difficile da dirigere per la quantità di attori (17, quasi sempre in scena contemporaneamente) e per i dialoghi ininterrotti che potrebbero appesantire la messinscena.
Lagarce, rappresentatissimo in patria e non solo, sembra un autore interessante, stile teatro dell'assurdo (Ionesco in particolare). Studia le difficoltà di comunicazione, l'importanza della scelta delle parole (che possono mostrare/celare/modificare la realtà) e l'inconsistenza delle stesse.
Consigliato. Aspettiamo anche Giusto la fine del mondo.