Uno spettacolo senza tempo. Un classico del teatro italiano e napoletano in particolare. 'Miseria e nobilta'', la celebre commedia di Eduardo Scarpetta nel lontano 1888, sara' in scena a Roma, dal 25 novembre al 5 dicembre, dal giovedi' alla domenica), al Teatro delle Emozioni nel riadattamento curato da Felice Sandro Leo che ne ha firmato anche la regia. A proporre la commedia e' la compagnia La Tana dell'Arte. 'Mattatore' della scena l'attore napoletano Salvatore Mazza, noto anche al pubblico del piccolo schermo, nei panni di Felice.
La commedia racconta la storia di Felice, uno squattrinato popolano, che vive alla giornata facendo lo scrivano e condivide la casa con il figlio Peppino (Giordano Leo), la compagna Iolanda (Daniela Rosci), l'amico Checco (Lorenzo Tromboni), di professione fotografo ambulante, della moglie di lui, Adele (Gabriella Ghini), e della loro figlia Barbara (Annalisa Peruzzi). Cambia, rispetto alla versione originale, l'ambientazione: Roma sostituisce in tutto e per tutto la Napoli di Eduardo. Cosi', al posto del Teatro San Carlo, appare il Teatro dell'Opera, e il romano rimpiazza, battuta dopo battuta, il napoletano. Adattamento perfetto anche per il resto: basti pensare al fotografo Salvatore che, in questa versione della commedia, si chiama Checco, caratteristico nome trasteverino.
Al centro della vicenda, insieme alla fame, la miseria: Felice e Checco, a causa di lavori ormai sempre meno richiesti, conducono una vita impossibile tra inerzia e malumori e sono costretti a occupare le loro giornate impiegando qualche misero abito o qualche capo di biancheria, avanzato dal corredo o dal vecchio guardaroba.
La commedia racconta la storia di Felice, uno squattrinato popolano, che vive alla giornata facendo lo scrivano e condivide la casa con il figlio Peppino (Giordano Leo), la compagna Iolanda (Daniela Rosci), l'amico Checco (Lorenzo Tromboni), di professione fotografo ambulante, della moglie di lui, Adele (Gabriella Ghini), e della loro figlia Barbara (Annalisa Peruzzi). Cambia, rispetto alla versione originale, l'ambientazione: Roma sostituisce in tutto e per tutto la Napoli di Eduardo. Cosi', al posto del Teatro San Carlo, appare il Teatro dell'Opera, e il romano rimpiazza, battuta dopo battuta, il napoletano. Adattamento perfetto anche per il resto: basti pensare al fotografo Salvatore che, in questa versione della commedia, si chiama Checco, caratteristico nome trasteverino.
Al centro della vicenda, insieme alla fame, la miseria: Felice e Checco, a causa di lavori ormai sempre meno richiesti, conducono una vita impossibile tra inerzia e malumori e sono costretti a occupare le loro giornate impiegando qualche misero abito o qualche capo di biancheria, avanzato dal corredo o dal vecchio guardaroba.